“Non si tratta di una testimonianza legata a eventi particolari o una indagine nostalgica del passato con l’intento di liberarsi di emozioni contraddittorie. É più un meditare sulle confuse percezioni che lasciano tracce sul sentiero della nostra vita. Queste immagini sono intenzionalmente difficili da incasellare. Scene indistinte ci compaiono dinanzi, come originate da una scia di ricordi, da racconti famigliari che si intrecciano con le riflessioni del fotografo. É una esplorazione di sogni e paure.
Il libro mette insieme luogo e ricordo, sconnessi dal passaggio del tempo; non parla di passato, futuro o presente, eppure é un intreccio tra storia ed identitá.
I pensieri che non trovano le parole cercano un dialogo con invisibili presenze della memoria e con l’intuizione e le possibilità del momento. Ma l’intuizione non è bloccata in se stessa: essa guarda e si collega a segni e simboli del mondo esterno dove lo sguardo esitante viene sedotto e catturato. I ricordi vengono richiamati alla mente e i collegamenti tra luogo, identità e storia non cercano di rispondere a domande, ma ascoltano le voci silenti alla ricerca di una guida e di pace.
Poiché le forme non sono dissociate dal significato originale, siamo trasportati all’interno del momento così che possiamo vivere la ricchezza delle immagini, alcune di esse anche estremamente personali, e la cascata di emozioni risuona come un autentico viaggio
It is not so much a document of particular events or a nostalgic inquiring into the past, while trying to get rid of contradictory feelings. It’s a meditation on the foggy perceptions that are leaving traces on the path of our life. These images are intentionally difficult to categorize. The indistinct scenes that appear before us are coming from a trail of memories, and family’s tales, intertwined with the photographer’s own wondering. It is an exploration into the dreams and fears.
The book connects place and memory, disconnected from the passage of time. It isn’t about the past or the future, or about the present, but still, it is a closely woven tale of history and identity.
The thoughts that fail to find words, seek out a dialogue between the invisible presences, coming from the memory, intuition, and possibilities of the now. But the intuition is not locked in itself, it is looking and connecting with signs and symbols of the outside world, so that the hesitant gaze is seduced and captured. Memories are retrieved; the links between place, identity, and history seeks not to answer questions, but rather to listen to the soundless voices for guidance and relief.
Because the shapes are not dissociated from the original meaning, we are led into the moment, so we can experience the richness of the images, some of it even intensely personal, and teh cascade of emotions resonates like a real journey.”
—Lina Pallotta